Assemblea Federvini: vini, spirits e aceti italiani valgono oltre 20 miliardi di euro

Presentate oggi a Roma le ricerche condotte con Nomisma e TradeLab su consumi e made in italy

Assemblea Federvini vini, spirits e aceti italiani valgono oltre 20 miliardi di euro
Vini, Spirits e Aceti italiani valgono oltre 20 miliardi di euro di fatturato e rappresentano il 21% dell’export complessivo Food & Beverage italiano. Ha preso avvio da questa fotografia, illustrata da Nomisma, l’Assemblea Generale di Federvini svoltasi oggi a Roma, che ha ospitato gli interventi dei Ministri dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida, degli Esteri Antonio Tajani, delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso e del Presidente dell’Agenzia ICE Matteo Zoppas. Nel corso dell’Assemblea sono state presentati e diffusi i dati emersi dalle ricerche dell’Osservatorio Federvini in collaborazione proprio con con Nomisma e TradeLab.

ANDAMENTO DELL’EXPORT 

Cresce nel 2022 rispetto all’anno precedente l’export di vino italiano nel mondo, con le eccezioni di Germania e Cina. Tra i mercati più ricettivi quello britannico (+46,5%) e giapponese (+25%). Record delle esportazioni di spirits nazionali che lo scorso anno hanno prodotto un fatturato di 1.650 milioni di euro, +25% sul 2021. Bene anche l’aceto balsamico, con segno più a doppia cifra (+15% in valori rispetto al 2021) nei principali mercati di destinazione tra cui Stati Uniti e Germania.

FUORI CASA, CERTIFICAZIONI DI QUALITÀ

Notizie positive anche sul fronte dei consumi fuori casa, in ripresa dopo il periodo pandemico (+19% delle visite rispetto al 2021), che genera nel complesso un fatturato 93 miliardi di euro. Le survey sul ruolo delle certificazioni di qualità e sulle campagne di consumo responsabile. Focus, poi, sempre durante l’Assemblea Generale di Federvini svoltasi oggi a Roma, sull’opinione hanno gli italiani dei marchi di qualità dei prodotti. Dall’indagine realizzata da Nomisma per Federvini emerge un quadro che vede i cittadini del Belpaese piuttosto avvezzi al tema delle certificazioni di qualità.

La survey ha rivelato come il 53% del campione dichiari di conoscere il significato delle sigle DOP e IGP e li consideri una garanzia di qualità, mentre un terzo degli intervistati, pur ammettendo di non sapere, si dice interessato alla materia. Il 78% associa invece maggiore qualità ai prodotti certificati, il 74% alla tracciabilità del prodotto e il 68% alla sicurezza e ai controlli. Quale invece il livello di consapevolezza su vino, spirits e aceti certificati? Il 62% dei consumatori ritiene che i vini DOC/DOCG/IGT rispettano specifiche caratteristiche qualitative e particolari metodi di produzione. Una percentuale che si attesta al 28% per gli spirits certificati e al 47% per l’Aceto Balsamico di Modena IGP).

CONSUMO RESPONSABILE

Quanto al comportamento dei consumatori di vino e spirits, tracciato dalla survey “Analisi sul consumo responsabile delle bevande alcoliche” a cura di TradeLab, gli italiani si distinguono per un consumo virtuoso delle bevande alcoliche, quasi sempre associato al cibo e a momenti di convivialità. Nove su dieci consumano alcolici con moderazione (solo il 14% del campione dichiara di esagerare a volte). Il 78% li abbina sempre ai pasti. Ma che cosa si intende con l’espressione “consumo responsabile”?

Il 60% degli intervistati associa il concetto alla sicurezza, il 48% all’abbinamento al cibo e il 30% all’amicizia. Inoltre il 74% pensa alla capacità di evitare l’abuso di alcol e il 72% alla conoscenza delle problematiche e alle conseguenze correlate al consumo eccessivo. La ricerca rivela infine una sensibilità diffusa sull’argomento, con l’85% degli italiani che sente il tema vicino (il 60% delle persone tra i 18 e i 34 anni dichiara anche di volerne sapere di più). Sul profilo della comunicazione, il 64% del campione più giovane under 35 ritiene che sia un aspetto molto importante in termini di sensibilizzazione, percentuale che sale al 71% tra gli adulti (35-54 anni).

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